San Gaspare
del Bufalo
Missionari del Preziosissimo Sangue
Brevi accenni sulla storia e la vita di San Gaspare del Bufalo
San Gaspare del Bufalo – La vita
Gaspare nasce nel 1786, il 6 gennaio, e fu il motivo per cui gli furono dati i nomi tradizionali dei tre Re Magi: Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Il piccolo Gaspare frequentava assiduamente la chiesa del Gesù, una delle più straordinarie di Roma. L’altare della cappella laterale sinistra era dedicato a sant’Ignazio di Loyola; l’altro, dirimpetto, a san Francesco Saverio. Lì si recava abitualmente Annunziata per pregare e presentare al battezzatore delle Indie il figlio che aveva contratto una grave congiuntivite. Davanti alla reliquia del Saverio il bambino guarì inaspettatamente, con grande sorpresa dei medici. La figura di san Francesco Saverio stava gradualmente entrando nell’animo di Gaspare, che aveva manifestato l’intenzione di diventare anch’egli sacerdote missionario e seguì l’uso del tempo, vestendosi da abatino. Il suo ardore apostolico si manifestò già in adolescenza con il suo bisogno di assistere i poveri dell’Ospizio di Santa Galla: l’opera che resterà per sempre nel suo cuore.
Ordinato sacerdote il 31 luglio 1808, intensificò l’apostolato fra le classi popolari fondando il primo oratorio in Santa Maria in Pincis e specializzandosi nell’evangelizzazione dei “barozzari”, carrettieri e contadini della campagna romana, che avevano i loro depositi di fieno nel Foro Romano, chiamato allora Campo Vaccino. Per la Chiesa, intanto, correvano tempi duri: nella notte dal 5 al 6 luglio 1809 Pio VII fu fatto prigioniero e deportato. Il 13 giugno 1810 Gaspare rifiutò il giuramento di fedeltà a Napoleone e venne condannato all’esilio e poi al carcere, che sostenne con animo sereno per quattro anni.
Tornato a Roma nei primi mesi del 1814, dopo la caduta di Napoleone, mise le sue forze e la sua vita al servizio del papa. Pio VII gli diede l’ordine di dedicarsi alle missioni popolari per la restaurazione religiosa e morale. Quale mezzo efficacissimo per promuovere la conversione dei peccatori, per debellare lo spirito di empietà e di irreligione, scelse la devozione al Sangue Preziosissimo di Gesú e ne divenne ardentissimo apostolo.
Il 15 agosto 1815 fondò la Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, a cui si iscrissero uomini di grande santità, come Il Venerabile don Giovanni Merlini, Giovanni Mastai Ferretti, il futuro Pio IX.
Sostenne con straordinario coraggio la lotta accanita che gli mossero le società segrete, in particolare la massoneria. Ma nonostante le loro minacce e gli attentati alla sua stessa vita, non cessò mai di predicare apertamente contro tali sette, fucine di rabbioso laicismo ateo; convertí intere logge massoniche e non si stancò di mettere in guardia il popolo contro la loro propaganda satanica.
Ma un’altra piaga vessava lo Stato Pontificio, come, del resto, anche altre regioni: il brigantaggio. Leone XII, dietro consiglio del card. Belisario Cristaldi, inviò in mezzo a loro Gaspare, che con le sole armi del crocifisso e della misericordia evangelica, riuscí a ridurre la terribile piaga nei dintorni di Roma ed a riportare pace e sicurezza tra le popolazioni.
Morí a Roma il 28 dicembre 1837. Fu beatificato da San Pio X il 18 dicembre 1904 e canonizzato da Pio XII il 12 giugno 1954 in piazza San Pietro.
Il suo corpo riposa a Roma nella chiesa di Santa Maria in Trivio. Patrono della città di Sonnino (LT), patria del Brigantaggio, che Gaspare salvò dalla completa distruzione.
La sua data di culto per la Chiesa Universale è il 28 dicembre, mentre la sua Congregazione lo ricorda in data 21 ottobre.
Oh! Come abbiamo urgenza di quel celeste pane,
e di quel vino mistico del Santo Divino Amore
per togliere l’abbattimento,
in cui facilmente si potrebbe cadere,
se Tu, Signore, non ci alimenti.
Questo nutrimento ci dà ilarità
e ci dona coraggio nel proseguire il cammino
verso il monte della perfezione.
Il pane sostiene il cuore dell’uomo
e il vino allieta il cuore dell’uomo.
Quanto più ci avviciniamo alla cara patria del Cielo
tanto più dobbiamo crescere davanti a Dio
nel vigore delle virtù e nell’abbondanza delle opere.
Che il diletto Signore ci riservi le speciali bevande
di sceltissimo vino, come quello del Cantico dei Cantici
“L’amato mio è per me un grappolo di cipro”.
Se è vietato all’uomo l’eccesso nel bere,
nell’ordine dello spirito beato
sia colui che si ubriaca
del Santo Celeste Amore.
Amen