Spiritualità
Missionari del Preziosissimo Sangue
Uno sguardo sulla Spiritualità del Preziosissimo Sangue
La spiritualità dei Missionari del Preziosissimo Sangue
Dal punto di vista storico si può dire che già anticamente era viva la devozione al Preziosissimo Sangue. Santa Caterina da Siena, santa Maddalena de Pazzi di Firenze, ma anche Sant’Alberto Magno e San Tommaso d’Aquino avevano già fatto risuonare nei loro scritti, le lodi al Sangue di Cristo.
Il tema del Sangue, come un filo rosso, attraversa tutta la Scrittura: dal sangue di Abele nel primo libro della Genesi fino al sangue dell’Agnello immolato, simbolo di Cristo, nel libro dell’Apocalisse. È un sangue che ha diversi significati, ma primo fra tutti quello della Nuova Alleanza simboleggiata dal calice eucaristico. È sangue di riconciliazione che unisce l’uomo con Dio, ricompone l’unità della persona che è come frammentata a causa del peccato, e abbatte i muri di divisione tra gli uomini. È per il Suo Sangue che veniamo lavati e purificati dai nostri peccati e resi partecipi della vita divina.
Dopo un lungo periodo nel corso del quale questa devozione non venne più praticata, il Sangue di Cristo cominciò nuovamente ad essere adorato nella prima metà dell’ottocento. Questa rifioritura è legata alla venerazione di una reliquia poco nota, conservata a Roma nella basilica di S. Nicola in Carcere. Si trattava di un presunto brandello della veste di Longino, su cui s’impresse una macchia di sangue ritenuto del Cristo. Nel 1808 il sacerdote romano Francesco Albertini istituì una confraternita dedicata al Preziosissimo Sangue, sia per onorare quella reliquia, sia, più ancora, per richiamare alla mente dei fedeli la forza redentrice del Sangue di Cristo.
Tra i più validi collaboratori dell’Albertini ci fu, fin dagli inizi, un altro sacerdote romano, S. Gaspare del Bufalo, destinato a diventare il più grande apostolo della devozione al Sangue di Cristo. Il nostro istituto sorse come una filiazione della confraternita di S. Nicola in Carcere, divenuta nel frattempo arciconfraternita. Era stata ugualmente progettata una congregazione femminile che, dopo vari tentativi, fu fondata in Acuto (Frosinone) da Santa Maria de Mattias, nel 1834, con il titolo di «Adoratrici del Preziosissimo Sangue», ora Adoratrici del Sangue di Cristo. In tutta Italia e anche nel mondo, sorsero diversi Istituti femminili dedicati al Sangue di Cristo, come le Suore del Preziosissimo Sangue, fondate a Monza da Madre Maria Matilde Bucchi e le Figlie della Carità del Prezioso Sangue, fondate a Pagani (SA) dal beato Tommaso Maria Fusco. Nel 1849 il Papa Pio IX estese la Festa del Preziosissimo Sangue a tutta la Chiesa, da celebrare il 1º luglio. Paolo VI abbinò questa festa a quella del Corpus Domini, dando origine alla Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo.

Per capire l’importanza di questa spiritualità all’interno della Chiesa occorre, tuttavia, porre l’accento sul motivo per cui San Gaspare arriva a sposare proprio questa devozione per portare avanti la sua missione di rinnovamento della Chiesa e dei costumi che ancora oggi, dopo più di 200 anni continua in tutto il mondo, realizzando il più grande sogno del Fondatore. Vedo talvolta nella mia mente una moltitudine di operai evangelici che vanno gradatamente per tutta la terra col calice santo di Redenzione, offrendo al Divin Padre il Divin Sangue… ed insieme applicandolo alle anime. (San Gaspare, Lettera n. 1419). San Gaspare vede nella devozione al Sangue di Cristo lo strumento più adatto per la conversione dei peccatori e la via più efficace per alimentare lo zelo apostolico dei pastori, rendendo pienamente fecondi i frutti salutari prodotti da quel sangue. “La devozione al sangue di Cristo – scriveva – apre le porte della divina misericordia; se i popoli ritornano nelle braccia della misericordia e si mondano nel sangue di Gesù Cristo, tutto il rimanente facilmente si accomoda”. Essa è la chiave per intenerire i cuori all’accoglienza del Vangelo e portarli a una sincera conversione, l’arma ritenuta ideale per far breccia nell’animo dei fedeli e dei peccatori piú incalliti, “l’attestato d’amore di un Dio fatto uomo”. E’ questa una devozione fondamentale che abbraccia tutte le altre: essa è la base, il sostegno, l’essenza della pietà cattolica, l’arma dei nostri tempi! (Scritti Spirituali di S. Gaspare del Bufalo).
La devozione al Preziosissimo Sangue è oggi diventata una vera e propria spiritualità che abbraccia tutta la fede e tutta l’esistenza umana. Meditare sul Sangue di Cristo è, infatti, meditare su un paradosso che immediatamente trasforma il cuore. Da una parte del sangue versato, dall’altra la consapevolezza che è Preziosissimo, cioè che è il Sangue più Prezioso, il Sangue di Dio, che si è fatto carne per poterlo versare e renderci liberi da ogni catena di condanna, consapevoli di essere amati senza misura. (Non tanto ciò che ha patito Gesù, quanto l’amore che nel patire per noi ci ha dimostrato, ci obbliga, e quasi, ci costringe, ad amarlo). Egli ha dato se stesso nel modo più completo, tra le sofferenze e le umiliazioni. All’amore si risponde con l’amore. La devozione al sangue di Gesù ci offre il mezzo di onorare quanto vi è di più grande, di più efficace nel Cristo, Verbo incarnato, l’amore cioè che egli porta agli uomini. E allora le illusioni, il formalismo, la mancanza di verità che spesso appesantiscono il nostro cammino spirituale, svaniscono di fronte all’interesse per quella realtà concreta, umana, terrena della Redenzione: il sangue di Gesù. Proprio questo sangue è il motivo più forte di gioia e di speranza, anzi è il fondamento dell’assoluta certezza che secondo il disegno di Dio la vittoria sarà della vita.
La nostra congenita debolezza si tramuta in fortezza per quella vita che ci viene trasfusa nella comunione al calice del sangue divino. Ogni congregazione religiosa, infatti, vive di una propria spiritualità, ma i Missionari (e quindi ciascun devoto) del Preziosissimo Sangue hanno il privilegio di potersi nutrire, di poter bere ad ogni Mensa Eucaristica, la loro stessa spiritualità. Da questo deriva la nobiltà della spiritualità del Sangue di Cristo: essa comprende la devozione più alta, quella all’Eucarestia, cioè a Gesù stesso. Ecco la sorgente da cui nasce lo slancio apostolico del carisma missionario.