Testimonianze vocazionali
Missionari del Preziosissimo Sangue
“Conviene spedire Operai per ogni dove, affinchè col Divin Sangue si purifichi la terra”
Equipe Formativa
Seminario Maggiore C.PP.S
Secondo Anno
Terzo Anno
Quarto Anno
Quinto Anno
Sesto Anno
Ciao a tutti, mi chiamo Emanuele e sono sacerdote dal 2016 nella Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue. Sono cresciuto al nord in una famiglia dalla cultura siciliana che ha provato, negli anni, ad indicarmi il Signore tra i valori importanti da seguire nella vita. In realtà è stato negli anni degli studi universitari che sento di aver iniziato davvero un percorso di fede, spinto dall’incontro con il mondo della sofferenza e dalla curiosità nei confronti di un uomo la cui vita mi è sembrata luminosa: Karol Wojtyla. L’incontro con questa figura tramite la lettura di alcune sue poesie e testi letterari, mi ha mostrato una bellezza che non osavo desiderare e ha smosso domande che non avevo ascoltato prima; spinto da questo – e dalle ferite della mia storia in cerca di risposte – sono entrato in un discernimento vocazionale e nel percorso formativo del Seminario dove ho riconosciuto la vita consacrata e il sacerdozio come la strada in cui vivere il mio rapporto con Dio, anche a servizio dei fratelli.
In questi anni ho avuto la gioia di vivere l’avventura della Parrocchia, con la quale occasionalmente ancora collaboro, ma soprattutto ho provato a prendermi cura dei giovani in discernimento nella comunità di Accoglienza; un’esperienza faticosa, ma anche tanto bella per essere stato testimone dell’incontro tra Gesù e l’umanità dei ragazzi che ho incontrato. L’aspetto più bello, tuttavia, non è la cura che ho potuto offrire ad altri, ma quella che sento di aver ricevuto dal Signore in questi primi anni di ministero; una “cura” che in un primo momento non sempre ho capito, ma che ho riconosciuto lungo la strada come Misericordia per me, e questa novità è bella perché approfondisce lentamente il rapporto personale con Dio. Questi “cambiamenti” oggi sono chiamato a continuare a viverli nel nostro Seminario Maggiore dove, dal mese di Settembre, vivo come vicerettore per collaborare al cammino di accompagnamento dei seminaristi. Un tempo nuovo e bello che sono curioso di vivere.
“Guardate a Lui e sarete raggianti”
Sono Federico, sono nato nel 1990 a Roma. Sono cresciuto nella serenità di una famiglia semplice, circondato da tanti parenti e amici, impegnato tra mille interessi. Sicuramente l’attività che mi ha segnato di più è stata lo scoutismo: ho potuto vivere tante avventure, fare tanti incontri significativi che mi interrogavano su ciò che è davvero importante per la vita, su ciò che le può dare sapore e senso.
Questa domanda si è fatta insistente, man mano che crescendo si è iniziata ad affacciare quell’età in cui bisogna iniziare a fare delle scelte serie. Per cosa vale davvero la pena vivere? Cosa voglio realizzare?
Ho passato anni a cercare di trovare il successo nello studio, ero brillante e pensavo che mi sarei costruito una carriera e un futuro. Pian piano ho iniziato a fare l’intellettuale, a sentirmi superiore agli altri. Questo col tempo mi ha reso duro e pieno di me. E nelle amicizie e nelle relazioni continuamente, anche se non lo ammettevo a me stesso, chiedevo amore, stima, accettazione. Era come se sentissi il dovere di dimostrare al mondo di avere il diritto di esserci, dovevo essere eccezionale per essere accettato dagli altri. All’inizio sembrava filare tutto liscio, per un po’ si riesce a reggere il ritmo. Ma ad un certo punto la benzina è finita, perché ormai questo bisogno di essere perfetto aveva prosciugato ogni mia energia. Qualsiasi cosa facessi, qualsiasi risultato ottenessi non mi sembrava mai abbastanza, non mi portava da nessuna parte. La vita mi scivolava tra le dita e non sapevo come fare.
A un certo punto mi sono ritrovato bloccato, nello studio come nella vita. Non sapevo più che pesci pigliare. Erano finite le ideone su cosa fare o non fare. Questo mi ha permesso per la prima volta dopo tanto tempo di alzare lo sguardo in alto, di ricordarmi che c’era Dio. Iniziai a pregare, ho gridato a lui di salvarmi. Oggi posso dire che non aspettava altro, voleva che gli permettessi di entrare a far parte della mia vita!
In quel periodo ho vissuto una relazione importante con una ragazza. Stare con lei mi ha sfidato e “costretto” a iniziare a fare scelte sulla mia vita, su chi volevo essere. Tra molte difficoltà ho ripreso a studiare e a pensare concretamente al mio futuro lavorativo. Mi ha messo in questione, mi ha fatto desiderare una vita adulta, di uscire da tante immaturità in cui ero incastrato. Quando questa relazione è terminata ero deciso a continuare su questa strada.
E poi un bel giorno il mio migliore amico mi ha proposto di partecipare a una serie catechesi sui dieci comandamenti. Andai lì senza alcuna aspettativa, mi sembrava un argomento banale… E invece tornai a casa con una parola che aveva trafitto il mio cuore, che aspettavo da tanto tempo e io nemmeno lo sapevo: mi sentii chiamare alla vita. Un sacerdote sconosciuto quella sera mi aveva annunciato una vita piena, una vita da figlio di Dio. Credetti a questa Parola che splendeva di Verità, e da quel giorno ho iniziato un cammino di fede bello e intenso. L’incontro col Signore nei Sacramenti, nella Parola e nella Chiesa, in quelle persone concrete che toccavo con mano e mi testimoniavano l’Amore di Dio Padre, ha trasfigurato la mia vita. Quante menzogne, una ad una, hanno iniziato a sbriciolarsi! I prezzi che pagavo alle mie paure per rispondere a un’immagine di perfezione che pretendevo da me stesso e che puntualmente non bastavano mai non dovevano più essere pagati. C’era Uno che mi aveva voluto, che pensava che io fossi importante, che era bello che io ci fossi! Ho iniziato a vedere ogni aspetto della mia vita, anche quelli più amari, come un’opportunità da cui trarre frutto, da trasformare in una relazione col Signore, e sono diventati un’occasione per amare, per essere un dono per qualcuno.
Nei mesi successivi ho conosciuto una comunità di suore camilliane. Accompagnandole nel loro servizio ai malati ho avuto la grazia di stare alla scuola di un Amore gratuito che diventava cura per i malati, ma che soprattutto nutriva tanti cuori che mendicavano amore e attenzione.
Una sera, durante l’ultimo ritiro di questo percorso sui dieci comandamenti, una di queste suore mi fa conoscere il primo Missionario che abbia mai incontrato: don Giacomo. Dopo qualche tempo ho fatto un colloquio con lui, al termine del quale mi propose di partecipare a un Orientamento vocazionale. E così mi sono ritrovato ad Albano. Lì ho conosciuto don Daniele, al quale ho parlato di alcune domande che mi portavo nel cuore e col quale ho iniziato un cammino di discernimento vocazionale.
C’erano infatti degli incontri, delle esperienze, dei fatti che mi facevano pensare che il Signore mi stesse proponendo di incamminarmi verso la vita sacerdotale… ma Missionario io?! Ma dai! Io sono timido, cerco tanto di eccellere ma in realtà non mi piace mettermi in mostra… ti pare che mi mandi in giro a predicare? E poi io non mi sopporto da solo! Tante volte non mi sento per niente amabile! E tu vorresti mandare proprio me ad annunciare il tuo Amore? Ma chi te lo fa fare?
Poi don Daniele mi propose di partecipare a una settimana di Esercizi Spirituali. Ho avuto la possibilità di fare silenzio, di smettere di guardare a cosa mi sembrava possibile e impossibile, e mi sono messo ad ascoltare. Ho ripercorso la mia storia e ho contemplato la vicinanza di Dio, la sua cura per me, tutto quello che si era inventato per farmi arrivare lì, quel giorno. Per essere parte della mia vita. E nel mio cuore ho scoperto il desiderio di rispondere con tutta la mia vita questo Amore. La mia storia parla di questo tuo Amore per me, e io mi fido di te. Anche quando sei così inaspettato.
Pochi giorni dopo la fine degli Esercizi sono partito per la mia prima animazione a Mirto, in Calabria. È stata un’esperienza incredibile. Quell’Amore che mi aveva raggiunto e aveva donato pienezza e bellezza alla mia vita mi spingeva insieme a tanti altri fratelli ad incontrare i suoi figli, perché potessi annunciare a tanti ragazzi, bambini, uomini e donne il proprio infinito valore: ogni singola goccia del Sangue di Cristo!
Nei mesi successivi ho vissuto altre attività ed esperienze vocazionali con i Missionari. Poi il 12 gennaio 2019 sono entrato nella Comunità di Accoglienza ad Albano. È stato un periodo di formazione e di ulteriore discernimento, in cui ho potuto vivere più da vicino la vita missionaria, la nostra spiritualità, il carisma, la vita comunitaria, ho ricevuto il dono di tanti fratelli per i quali non benedirò mai abbastanza il Signore. È stata un’avventura intensa, piena di momenti vissuti tra missioni, oratori, campi estivi, predicazioni, esperienze di servizio, studio, e momenti di preghiera e di riflessione, per guardare “nella verità” a noi stessi e alla nostra storia, e per camminare con Dio nella nostra vita, in ciò che ci sfida come nei nostri punti di forza.
Ed eccomi qui, oggi, all’inizio del mio percorso di formazione nel Seminario Maggiore dei Missionari del Preziosissimo Sangue. Ti ringrazio, Signore, perché hai voluto camminare con me nella mia vita. Sei tu che mi conosci fin nel profondo del cuore e spezzi giorno per giorno le catene che mi tengono legato, sei tu che mi guidi e mi mandi per essere testimone del tuo Amore! “Siamo accesi dal tuo dono e subito andiamo” (S. Agostino).
“…ma era vera gioia!”
Mi chiamo Davide, ho 20 anni e sono di Putignano, in provincia di Bari.
Il 1° novembre 2017 ho incominciato un percorso di discernimento vocazionale nella nostra Comunità d’Accoglienza ad Albano Laziale dove sono stato in grado di prendere, a giugno, con il mio formatore don Emanuele, una decisione importante: entrare nel Seminario Maggiore dei Missionari del Preziosissimo Sangue a Roma, in cammino verso il sacerdozio. Sono convinto che ognuno di noi sia stato creato e dato alla luce con una missione ben precisa, con una vocazione tutta da scoprire e da vivere. Questo è quello che ho sperimentato nella mia vita. Sono nato e cresciuto nel quartiere di San Pietro Piturno, a pochi chilometri dal centro abitato di Putignano, un ambiente che ha plasmato il mio carattere fin da bambino e mi ha reso ciò che sono oggi. Ringrazio ogni giorno il Signore per il dono di quella particolare Comunità: per ogni singolo abitante, per le Suore Adoratrici del Sangue di Cristo che si sono susseguite nel corso dei decenni, per i catechisti, gli operatori pastorali e per il “Piccolo Grande Coro” di cui faccio parte, persone con le quali sono cresciuto e a cui sono particolarmente affezionato. Fin da piccolo, infatti, ho sempre frequentato la nostra chiesa grazie agli insegnamenti, e a volte anche alle insistenze, della mia cara mamma; data l’età però, non capivo: frequentavo il catechismo, partecipavo alla messa domenicale e alle varie attività in maniera totalmente passiva. Perché voglio diventare sacerdote, e perché proprio nella famiglia del Preziosissimo Sangue? Grazie ad un invito e ad un incontro che hanno inaspettatamente non cambiato, ma stravolto la mia vita! Doni gratuiti di Dio, donati in un determinato periodo della mia vita. L’invito risale a giugno del 2014 quando una nostra suora Adoratrice ha deciso di invitare me e un altro ragazzo agli esercizi spirituali ad Albano Laziale. Avevo 15 anni e per me era un’esperienza nuova, che non conoscevo ma mi fidai e decisi lo stesso di partire. Una settimana ricca, piena di Cristo e della Sua Parola in cui ho veramente sentito il grido del Signore che mi chiamava a qualcosa più grande di me, quello stesso grido che ho risentito in maniera più chiara, più limpida (perché avevo aperto sempre più il cuore) ad agosto dell’anno successivo, a Giano dell’Umbria, nella nostra casa di fondazione durante un altro corso di esercizi spirituali. L’incontro, invece, risale a luglio (sempre del 2014) con un nostro Missionario. In quella semplice chiacchierata, non riuscivo a distogliere i miei occhi dai suoi: avevano una luce particolare, una luce che non avevo visto in nessun altro prima di quel momento. Non era semplice felicità (a volte temporanea e passeggera), ma era vera gioia che ha “contagiato” anche me. Da agosto 2015 questo “grido del Signore” non poteva più restare dentro di me, ma dovevo condividerlo con qualcuno. Come quando uno ha una bella notizia, non la dice subito a tutti perché ha paura che quella bellezza vada perduta, ma la rivela solo a pochissime persone. Così ho fatto. Condivisi questo mio desiderio con il mio Parroco e da quel momento, in maniera graduale, fino a novembre dello scorso anno, ci rendemmo conto che non era una “cosa passeggera” ma c’era un vero e proprio filo rosso che collegava la mia primissima gioventù, e tutto mi portava sempre in una certa direzione: Cristo Gesù, che mi ha chiamato, che mi ha amato e che ha custodito la mia vocazione fino a quando non fossi davvero pronto per riuscirla a comprendere quanto bastava per decidere di “prendere in mano la mia vita e farne un capolavoro”.
E ora, al primo anno di Seminario, dopo un serio discernimento, con la valigia carica di esperienze, incontri, volti gioiosi e legami stretti sono pronto a mettermi alla Sequela di Cristo e ad accogliere la volontà di Dio nella mia piccola vita.
“La bellezza che brucia il cuore”
Ciao, sono Leonardo Paolillo sono di Putignano, in provincia di Bari, ho 31 anni. Sono il secondo di tre figli di una famiglia normale che non mi ha mai fatto mancare l’amore, la voglia di vivere e soprattutto mi ha insegnato la bellezza di donarsi per gli altri. Penso di essere un ragazzo come tanti a cui piace leggere, scherzare, giocare, passare del tempo con gli amici, insomma nulla di eccezionale. Sono sempre stato colpito ed affascinato, da ciò che è bello, ed è proprio qui che nasce la mia vocazione.
Dentro di me però ho ininterrottamente avvertito una insoddisfazione di fondo, non riuscivo mai ad essere felice fino in fondo, non mi mancava niente, giocavo a calcio, avevo degli amici straordinari ma il mio cuore non era mai contento mai sazio cercava sempre qualcosa di più. Le cose non mi bastavano mai, non riuscivo a godermi la bellezza di tutto quello che mi circondava, dopo aver visto un bellissimo paesaggio desideravo subito vederne un altro, dopo una bella chiacchierata con gli amici ne volevo subito fare un’altra, dopo una partita volevo farne un’altra. La mia vita scivolava via in questa maniera e non riuscivo a fermarla. Non essendo mai pago, all’età di 19 anni, ho quindi deciso di iniziare a prendere finalmente sul serio una cosa che ho sempre fatto nella mia vita: andare in chiesa ed essere impegnato nelle attività parrocchiali (frequentavo la parrocchia di San Filippo Neri affidata ai Missionari del Preziosissimo Sangue). Mi chiedevo come mai lo stessi facendo? E capivo che ci andavo solo perché la mia famiglia mi aveva sempre spinto a frequentare la parrocchia ma ciò non mi basta più. Così ho iniziato a leggere i Vangeli in maniera più attenta ed ho scoperto qualcosa di strano: la cosa mi piaceva ed ero affascinato da questo Gesù, che vedeva sempre qualcosa di bello in tutti, che nel deserto pregava da solo, che si arrabbiava, che piangeva, che andava alle feste, che prometteva una gioia inesauribile. Ho incominciato a pregare seriamente sfidando Dio chiedendogli di dimostrarmi se questa felicità promessa fosse reale. Più pregavo e più il mio cuore bruciava di gioia cosi pregavo sempre più e mi sentivo cambiare. Questa vita di completo dono per gli altri, questo amore così bello, così puro, così profondo, questo Dio così vicino, mi faceva sentire completo, amato per quello che sono, perdonato, salvato, tanto da acquietare e riempire di gioia il mio cuore, ed a pensare di entrare all’età di 20 anni in seminario. Ma preso dalla paura e dall’immaturità non l’ ho fatto. Passato qualche giorno decisi di iniziare gli studi di Filosofia nella speranza di trovare qualcosa di così bello ma non sono mai riuscito a scorgerla.
Nello stesso tempo ho smesso di pregare, ho smesso di credere in quella bellezza che mi aveva bruciato il cuore.
Non pago mi sono fatto sedurre da ciò che il mondo mi offriva perché non volevo accettare quello che il mio cuore continuava a suggerirmi. Alla fine sono ricaduto in quella ricerca affannosa, in quel vortice pieno di ansia di voracità che non aveva mai fine.
Al termine dei miei studi in filosofia ho iniziato un master in HR (gestione delle risorse umane) ed una volta finito ho intrapreso il percorso lavorativo.
Ma le cose non cambiavano anzi la ricerca continuava sempre più e le domande sulla mia vita aumentavano e non finivano mai.
Stanco dell’essere mai pago mi son fermato ed ho ripensato a ciò che mi aveva reso davvero felice nella vita.
E con la mente sono tornato indietro all’età di 20 anni a quella bellezza a quel sentirmi completo amato per quello che sono, perdonato e salvato.
Così ho ripreso a pregare mettendomi davanti al tabernacolo, tornado a sfidare Gesù chiedendogli di dimostrarmi se le sue promesse fossero vere, ad ascoltare il piacere di stare con lui, ed il mio cuore è tornato a bruciare.
Dopo 3 anni di un lungo e approfondito discernimento ho smesso di cercare ed ho deciso di seguire Gesù, colui che fa bruciare il mio cuore per scoprire sempre più la vera bellezza del regno nella famiglia dei Missionari del Preziosissimo Sangue.
“Il piccolo nulla!”
Non è stato semplice scrivere questa testimonianza, spesso è difficile ricordare e mettere insieme tanti momenti straordinari della propria vita nei quali Dio è entrato nella tua storia e ti ha stravolto l’esistenza. Non viene spontaneo raccontare a qualcun’altro la propria esperienza di conversione, l’essersi riavvicinato dopo anni ad un Dio che ti ama dall’eternità, che ti perdona nonostante tu l’abbia sempre rifiutato e messo da parte. Sono proprio queste storie però che toccano il cuore, magari anche il tuo, perché ricordano che Dio da un momento all’altro, senza che te l’aspetti, irrompre fortemente nella tua quotidianità sconvolgendo il tuo vivere e cambiando radicalmente le tue giornate. Anch’io sono sempre rimasto affascinato dalle forti testimonianze di grandi “cadute da cavallo”, di miracolose conversioni, di totali cambiamenti di vita per seguire il Signore! Però mi dispiace deluderti, ma questa non è la mia storia. Non è stato semplice scriverti questa testimonianza, perché a volte è più semplice trovare Dio nella straordinarietà degli eventi, piuttosto che nell’ordinaria routine quotidiana in cui tutti noi viviamo. Non sono qui per testimoniarti della mia storia lunga e travagliata, della mia conversione improvvisa e inaspettata, ma dei miei normalissimi diciannove anni di vita vissuti mano nella mano con Dio. Mi chiamo Nicola Antonio, sono nato a Napoli il 19 marzo 1998 e sono originario della provincia di Benevento. All’età di sei anni mi sono trasferito a Roma insieme alla mia famiglia, e proprio allora ho conosciuto i Missionari del Preziosissimo Sangue nella loro parrocchia di San Gaspare del Bufalo che sin da subito ho iniziato a frequentare attivamente. Dopo essermi diplomato nel luglio 2016, ho preso la decisione di entrare nella comunità di Accoglienza ed iniziare questo cammino di donazione totale della mia vita a Dio. Fine. Cosa c’è di tanto straordinario in tutto questo? Quali grandi avvenimenti significativi sono avvenuti tanto da poter rendere questa testimonianza forte ed incisiva? Eppure nonostante ciò eccomi qui, in seminario, desideroso di seguire un Dio che non ha stravolto in modo eclatante la mia vita, ma che giorno per giorno, nel silenzio, ha parlato al mio cuore, manifestandosi attraverso le cose più semplici, quotidiane. La mia vita è stata molto tranquilla, ordinaria, le giornate sono trascorse ripetendo continuamente sempre le stesse cose, vedendo le stesse persone,frequentando sempre gli stessi luoghi e avendo sempre accanto lo stesso Dio. Un Dio silenzioso che c’è sempre stato, anche nei momenti più difficili, nella solitudine e nella malattia, presente anche se assente, un Dio che senza fare rumore si prende cura di te, e in cambio non chiede nulla, solo un po’ di fiducia in Lui, solo un po’ di incoscienza che ti porti a compiere quei piccoli e quotidiani salti nel vuoto sapendo che ci sarà sempre Lui a prenderti e a proteggerti. Voglio che da questa testimonianza ti rimanga un solo messaggio: Fidati! So bene quanto sia difficile vincere le paure del fallimento, della solitudine, dell’abbandono, quanto sia complicato accettare una grande sofferenza sia fisica che spirituale, ma ricorda che nulla accade per caso, neppure i più piccoli e insignificanti avvenimenti quotidiani nei quali è possibile scorgere la presenza di Dio. Ti auguro di raggiungere la consapevolezza di essere figlio, di non essere Dio, di essere un “piccolo nulla” nelle mani di un Padre che può tutto e che si prende veramente cura di te.
“…ti voglio bene”
Sono Francesco Albertini ho 26 anni e attualmente sto vivendo il mio quarto anno di Seminario.
Prima di arrivare qui, nella realtà dei Missionari del Preziosissimo Sangue, mi sono diplomato in Rilievo e Catalogazione dei Beni Culturali, frequentando la sezione sperimentale di liceo artistico a Pomezia (Rm). Successivamente ho frequentato per tre anni la facoltà di Filosofia: il primo anno alla Sapienza e gli altri due presso l’università di RomaTre. Il mio tempo, prevalentemente, si è sempre diviso tra lo studio e l’attività parrocchiale. Sono stato per 7 anni animatore nella parrocchia di San Benedetto abate, a Pomezia. Nonostante una vita carica di soddisfazioni e gioie, nel corso degli anni, si faceva sempre più forte la voce di Dio dentro di me e colgo l’occasione per condividervi un po’ quella che fu la mia reazione: «Parliamoci chiaramente: Signore sei Tutta la mia vita!, ti voglio bene! ma donarmi totalmente a Te, addirittura, mi sembra un po’ troppo. Non mi fraintendere, lo sai, la mia vita è divisa tra studio e parrocchia, vivo per il servizio dell’animazione, ma forse esageri un pelino quando il mio cuore non trova pace, quando dormire diventa un problema, quando le mie aspettative e i desideri di gloria si scontrano con una realtà che la gente non reputa il massimo dell’ambizione! Signore mio, quante volte mi hai lasciato libero di fare questi discorsi per negare quelle domande che erano nel mio intimo: cosa vuoi per la tua vita? Cosa stai cercando? Intorno a queste domande sono riuscito a cucirmi tanti ruoli che a primo impatto sembravano perfetti per me e io sembravo un ottimo manichino sul quale potevano essere esibiti: sono stato lo “studente modello”, l’“eccentrico artista incompreso”, l’“animatore ideale che valuta tutti i rischi”; sono stato “il filosofo”, “il poeta”, “l’intellettuale apocalittico sulla cultura di massa”, “sono stato il figlio ideale”. Eppure solo Tu sapevi quanto avessi bisogno di assumere una forma, quanto Amore necessitava la mia vita perché, almeno per una volta, non avrei finto di essere o di fare qualcosa che non mi apparteneva. Conoscevi il mio bisogno di Verità, conoscevi l’esigenza di riscatto per la mia vita! Signore, sapevi già tutto ed io pretendevo già di comprenderlo, di dare un nome a tutto questo e costruire le fondamenta per una vita predefinita, seguendo il protocollo dell’anti-rischio. Signore, Tu avevi già posto nel mio cuore un’intima certezza: per quanto mi impegnassi a dare forma alla mia esistenza, per quanto cercassi un ruolo, un modo di stare al mondo, niente poteva cancellare il fatto che Tu avevi parlato al mio cuore, lo avevi sedotto nel servizio ai fratelli, nell’essere fratello maggiore, nel trovare la bellezza! Tutto può essere messo in dubbio tranne che Tu faccia parte della mia vita! Cosa stai cercando? Cosa vuoi per la tua vita? Voglio la Verità, la Via e la Vita che mi appartengono, che Tu Signore plasmi, con eterna pazienza, tutti i giorni. Perché dovrei ancora negare che cerco Te, Signore, che cerco il Tuo Volto?».
“Farmi santo compiendo la volontà di Dio”
Presentarsi in poche righe non sempre risulta facile, ci sono così tanti eventi vissuti, storie incontrate, che hanno segnato la propria vita; indirizzandola verso quella scelta, che la rende bella e ricca di quel senso di pienezza e completezza che tanto andiamo cercando. Mi chiamo Oscar Giacomo Ligato, ma per tutti sono semplicemente Oscar, ho 29 anni e sono siciliano, esattamente di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina.
La mia storia vocazionale non è nulla di particolare, non è frutto di una conversione folgorante, ne tanto meno è nata all’ombra del campanile. Semplicemente c’è sempre stata, come un qualcosa che doveva maturare e crescere nel tempo e nella Grazia di Dio.
Sono cresciuto nella fede e umanamente in un normale gruppo giovanile nella mia parrocchia. Ho studiato e lavorato come tanti ragazzi della mia età, e nel frattempo mi sono posto alcune domande sulla mia vita e su come potevo impegnarla per renderla piena e felice. Tante potevano essere le possibilità di scelta, ma quella di consacrare la mia intera esistenza al servizio di Dio e dei fratelli non era proprio presa in considerazione; anche se sentivo nel profondo del mio cuore che Gesù mi chiedeva di scegliere solamente Lui e di seguirlo ovunque mi avrebbe chiesto di andare.
Naturalmente prima di arrivare a scegliere il sacerdozio e come missionario, è stato necessario un attento discernimento e accompagnamento vocazionale con l’aiuto del mio padre spirituale e di chi ha curato la mia formazione globale.
Ora mi trovo qui al terzo anno di Seminario, a percorrere insieme ad altri fratelli l’obiettivo che mi ero prefissato nel momento in cui ho deciso di seguire Gesù, cioè farmi santo compiendo solamente la Volontà di Dio.
“Strumento inutile nelle mani di Dio”
Mi chiamo Marco Fiumara, nato a Messina e ho 24 anni. Dopo aver terminato gli studi superiori ho continuato a frequentare, nella classe di Pianoforte Principale, il Conservatorio di Messina. Sin dall’infanzia sono cresciuto secondo i valori cristiani grazie alla mia famiglia e, non per ultimo, alla parrocchia. Ho un bellissimo ricordo della Prima Comunione, in modo particolare dell’incontro con Gesù Eucarestia presente nel Suo Sangue e nel Suo Corpo. Nonostante tutto questo, subito dopo, per all’incirca un anno, abbandonai la parrocchia fino al momento in cui non iniziai a pormi delle domande sul perché l’avessi abbandonata e se effettivamente stessi prendendo in giro me o Dio. La risposta arrivò ben presto: “A Dio non posso prenderLo in giro, allora perché prendermi in giro da solo?”. E, così, tornai a frequentare la parrocchia iniziando ad offrire il mio servizio all’altare, subito dopo al coro e per ultimo come organista della parrocchia. Durante gli anni vari furono i problemi, gli ostacoli di cammino – personali e non – che mi portarono a vivere momenti di difficoltà che, però, riuscii a superare grazie alla preghiera attraverso la quale scoprii sempre più l’infinita grandezza e misericordia di Dio ed iniziai, così, a comprendere che mi stesse chiamando a qualcosa di grande.
Varie sono state le esperienze attraverso le quali ho potuto responsabilizzare e maturare sempre più la mia fede; dalla testimonianza “viva” di alcuni miei zii, catechisti, seminaristi e di sacerdoti rogazionisti con i quali iniziai a ri-scoprire il germe della mia fede e vocazione. Nel corso degli anni ho riflettuto sempre più sul cammino al quale il Signore mi stesse chiamando non abbandonando l’idea del discernimento ma, anzi, approfondendo come e dove mi stesse conducendo. Ben presto, grazie ad un’Animazione Giovanile svoltasi nella mia parrocchia, Santa Maria Incoronata – Camaro Superiore (ME), dai Missionari del Preziosissimo Sangue, sentii dentro di me di rimettere in discussione il mio cammino vocazionale e, di lì a poco, presi in considerazione la possibilità di intraprendere un serio discernimento per capire cosa il Signore volesse effettivamente da me. Un mondo nuovo, una gioia grande, un amore e una passione che travolgono il mio cuore e lo riportano immediatamente a Dio. Ecco che, dopo aver avuto un colloquio con un missionario, ho cominciato a camminare con i passi giusti nella Via che è il Signore. “Chi vale il Sangue di Cristo è colui per il quale Cristo è morto!”. E così anch’io ho scoperto di essere uno di coloro per cui Cristo ha versato tutto il suo Sangue! Da quel momento ad adesso sono passati già 5 anni anche se il ricordo è ancora così vivo. Attualmente frequento il II anno di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana in Roma.
In questi anni ho svolto come apostolato il servizio presso la Mensa Caritas della parrocchia del SS. Corpo e Sangue di Cristo (RM) dove persone come noi, per certi aspetti più bisognose, per altri meno di noi, mi hanno insegnato che offrire il proprio ascolto, il raccontarsi, il condividere la propria storia valgono davvero la pena per superare alcuni degli ostacoli che quotidianamente viviamo. Oltre a tutto questo abbiamo svolto anche alcuni servizi di testimonianza presso il carcere di Rebibbia e quello di Viterbo; questo tipo di sofferenza mi ha offerto una riflessione molto ampia ed ha aperto il mio cuore a ciò che può essere lo sbaglio di una vita, uno sbaglio che, però, riesce ad essere perdonato o che nel tempo riesci a perdonarti, questa la cosa più difficile; ma la cosa più bella è stata vedere quanto i cuori possano aprirsi alla novità attraverso l’accoglienza di quel Dio che è Vita. Credo che il Signore possa operare cose meravigliose solo se ciascuno si rende strumento di elargizione e di grazie per la Chiesa ed il popolo di Dio
Ciao a tutti! Mi chiamo Antonio Morgillo, ho 20 anni e sono originario di Arienzo, un paese della provincia di Caserta.
Come tanti ragazzi della mia età ricevuto il sacramento della prima comunione mi sono allontanato dalla Chiesa, ritornandoci qualche anno dopo per ricevere la cresima e dirle un ulteriore arrivederci.
Il 12 Novembre 2016, era un Sabato, mi trovavo in parrocchia per frequentare il secondo anno del corso di cresima, con la speranza mia e di tanti miei coetanei che finisse al più presto, per dare il nostro saluto alla Chiesa a sacramento ricevuto. Ciò che ignoravo è che nel mio paese a distanza di due mesi da un’animazione missionaria, alla quale non ebbi modo di partecipare, erano tornati alcuni di quei missionari di cui avevo tanto sentito parlare dai miei amici. In quello stesso giorno, uscito annoiato dal corso di cresima vado all’oratorio parrocchiale per raggiungere alcuni miei amici che erano andati lì per salutare i missionari. Arrivato all’oratorio incontrai un missionario del Preziosissimo Sangue, un sacerdote pieno di una gioia contagiosa ben diversa da quella frizzante alla quale ero abituato. Guardando quel sacerdote pensavo tra me e me: “questo sì che è un uomo felice!”. Quella sua gioia e quella sua felicità mi interrogarono molto. Avevo tanti hobby ed amici, giocavo a calcio ed ero capitano della mia squadra…In fin dei conti non mi mancava nulla…eppure tra le tante cose che avevo non mi sentivo felice come quel prete.
Decisi di iniziare a cercare quella felicità frequentando il gruppo giovani parrocchiale e partecipando ai vari incontri che organizzavano i missionari (convegni giovani, orientamenti vocazionali e formazione per missionari laici).
Frequentando i missionari iniziai sempre più ad affascinarmi alla persona di Gesù e grazie all’aiuto del mio padre spirituale imparai a conoscerLo e a fare esperienza di Lui nella preghiera. Stando con Gesù iniziavo a comprendere da dove venissero la gioia e la felicità di quel missionario che avevo incontrato: “nel rapporto con Dio” alla luce del quale tutto assume sapore.
Avevo scoperto la bellezza di avere un rapporto con Dio ma l’idea di farmi prete o di iniziare un cammino del genere era solo una fantasia che preferivo allontanare appena quest’ultima mi si presentava davanti. Infatti, appena un amico (tante volte per scherzare) mi diceva che ero portato per questa strada mi arrabbiavo parecchio e preferivo cambiare argomento.
Poi però alla luce del mio rapporto con Dio e grazie ad un cammino di discernimento vocazionale l’argomento di una vita sacerdotale si fa sempre più spazio nel mio cuore, anche se un po’ per paura e un po’ per incostanza non cerco mai di scendere del tutto in profondità.
La svolta avviene quando decido di partecipare ai miei primi esercizi spirituali, svolti a Pesaro nel Settembre del 2018. In quel tempo di grazia, guidato dalla Parola di Dio, feci esperienza di un Dio che sa amare e guardare là dove credevo di non meritarmi nulla: nelle parti più buie e ferite di me. Mi sentii per la prima volta amato per quello che ero. Desiderato non per i miei pregi o talenti, ma scelto da un Dio che non voleva solo una parte di me (quella forte e coerente) ma tutto il pacchetto.
Alla fine di quell’esperienza sentivo la convinzione che la mia gioia e la mia felicità fossero nel seguire Gesù e donare la mia vita completamente a Lui.
E così il 12 Gennaio 2019 iniziai il cammino di discernimento con la comunità d’accoglienza CPPS ad Albano Laziale. Un cammino durato un anno e cinque mesi, grazie al quale ho avuto modo di curare e far maturare il mio rapporto con Dio e di iniziare a fare verità su me stesso, con il desiderio di voler conoscere “tutta la persona” che Dio avesse scelto.
Oggi il cammino alla sequela di Gesù continua in Seminario Maggiore CPPS con la consapevolezza di essere guidato e accompagnato da quel Dio pieno di misericordia che si lascia incontrare nell’umanità ferita di uomini e donne, che non rinnega di chiamare suoi figli.
Sono Davide, ho 22 anni, sono il secondo di una famiglia di sei figli e vengo dalla parrocchia di san Gaspare del Bufalo a Roma.
La mia ricerca vocazionale nasce in un età tanto giovane quanto incosciente. Infatti ho da sempre vissuto e respirato sia fuori che dentro casa aria di chiesa, frequentando già da bambino la parrocchia tra il catechismo e le iniziative parrocchiali e parallelamente la comunità neocatecumenale di cui i miei genitori fanno parte. La mia infanzia quindi procede nel fantastico mondo dei bambini finché non inizia il periodo dell’adolescenza che porta cambiamenti e con questi turbamenti, tra gli altri anche quello che finito il catechismo con la cresima sarebbe finito il mio cammino cristiano, o meglio si sarebbe ridotto alla messa domenicale per accompagnare la nonna. Con mia grande sorpresa scopro che proprio in parrocchia venivano dei seminaristi dei Missionari del Preziosissimo Sangue che si erano messi a disposizione del parroco per seguire i giovani in un percorso fatto ad hoc per loro; non ci potevo credere, tantomeno quando ho ricevuto l’invito per partecipare ai loro incontri! Già dopo il primo incontro mi sentivo innamorato di questa dinamica, e più di tutto mi colpì subito l’intesa e il bene che c’era tra questi seminaristi e alla base delle attività catechetiche e ludiche che ci proponevano.
Dopo circa due anni mi viene proposto di partecipare ad una settimana di animazione che si sarebbe tenuta quell’anno e lì si accese la miccia che diede avvio ad un cammino profondo, una confessione indimenticabile, che mi portò ad immergermi ancora di più nel mio cammino cristiano (e anche vocazionale, ma ancora non lo sapevo).
Dopo circa due anni, continuando a camminare con il mio gruppo giovani, mi viene proposto dai miei genitori di seguire le catechesi introduttive del cammino neocatecumenale per iniziare un mio cammino personale con una mia comunità: la cosa mi allettava molto per la bella esperienza che avevo fatto con la comunità dei miei genitori, ma già poco dopo mi accorsi che stavo portando avanti due cammini paralleli, la comunità e il gruppo giovani, che mi portavano a stare con due piedi in una scarpa, quindi dopo due anni e un po’ di discernimento, sentendo che il mio cuore era sempre costantemente attratto da quei seminaristi e dal loro stile di vivere e di annunciare Cristo, decido di lasciare la comunità neocatecumenale per continuare il cammino in parrocchia.
Dopo altri due anni di cammino, continuando a fare esperienze legate proprio ai Missionari del Preziosissimo Sangue come ritiri ad Albano Laziale, varie attività estive ma anche il partecipare ad alcune loro ordinazioni sacerdotali continua ad alimentare quel fuoco che si era acceso diversi anni prima e a spingermi a stare con loro, a desiderare di poter vivere in prima persona quella bellezza. Poi il cammino che mi aveva accompagnato per tanti anni cambia, o meglio, io mi accorgo che voglio altro: poco prima di compiere i 18 anni i sacerdoti della mia parrocchia propongono un nuovo cammino ai giovani, quello dei Dieci Comandamenti e io decido di intraprendere questo cammino, un po’ anche per curiosità. Nel frattempo mi fidanzo e porto avanti la mia vita quotidiana, nel 2017 mi diplomo e finisco il ciclo di incontri dei Dieci Comandamenti a cui segue l’inizio del cammino dei Sette Segni e inizio gli studi di fisica all’università. Questa quotidianità spesso un po’ frenetica e l’essermi fidanzato mi portano a dedicare meno tempo alla mia vita spirituale ma soprattutto ad accantonare quella domanda vocazionale che mi portavo dentro e che era cresciuta con me negli anni.
Dopo la fine di questa relazione decido di rimettermi con tutto me stesso a servizio della parrocchia, fino ad accantonare quasi completamente i miei studi, perché sentivo che in fondo il mio cuore si sentiva a casa lì; riprendo in mano la mia preghiera ma soprattutto la direzione spirituale, e dopo qualche mese, alla fine di una veglia di adorazione, con la massima semplicità e naturalezza sento che nel cuore mi ritorna quella domanda: ”Come vuoi spendere tu la tua vita?”; senza cercarla sentii che era ritornata nel mio cuore questa domanda, di quale forma volevo assumere io, come volevo stare nella vita per poter amare l’altro; e dopo un profondo discernimento che mi ha aiutato anche a fare chiarezza su quei piccoli episodi del mio passato in cui ho riconosciuto il passaggio di Dio, alla fine di un ciclo di esercizi spirituali nel 2019 decido di iniziare il mio cammino di discernimento all’interno della congregazione. Inizia così il 31 Ottobre 2019 il mio anno di Accoglienza al santuario dei Missionari di Albano Laziale che mi ha portato a conoscermi meglio, ad approfondire ulteriormente il mio discernimento ed a consolidare questa scelta tanto grande da far paura ma allo stesso tempo troppo bella per non essere colta.
Così ora, grato a Dio per avermi donato questo cammino, inizio questo cammino nel Seminario maggiore dei Missionari del Preziosissimo Sangue, cercando di rimanere sempre attaccato a quel Padre che mi ha chiamato perché stessi con Lui.